“Corsi e ricorsi storici” – li definirebbe il filosofo Gianbattista Vico.
“Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano” – risponderebbe a tono Antonello Venditti.
“Se c’è stima, intesa, passione per quello che si fa, ci si ritrova. Ovunque la vita ci possa condurre” mi sento di chiosare, molto più modestamente, io.
Io che in quel lontano 2001, timidamente, fresca di laurea, muovevo i miei primi passi, iniziavo le mie prime esperienze lavorative nel mondo della consulenza, del risk management, dell’Internal Audit. E lo facevo come la giovanissima – eh, bei tempi! – del Team guidato con tanta maestria, professionalità, voglia di crescere del mio allora Senior Manager. Lo stesso che, esattamente dopo 16 anni ho ritrovato, davanti ad un ottimo sushi, per parlare (a questo punto in veste di Amministratore Delegato) di nuovi progetti e nuove prospettive, come se non fosse passato un giorno da quando le strade professionali avevano preso percorsi diversi e la mia aveva subito uno stop temporaneo in un ambiente dove essere una mamma (tris, peraltro) ed essere professionista sembrava piuttosto un ossimoro.
“Ricominciare in operàri è stato per me come mettere l’accento (e non a caso, direi) sul giusto equilibrio di donna, mamma e professionista: con la flessibilità che nulla toglie agli obiettivi da raggiungere, alle scadenze da rispettare, che sono svincolate dal dove e dal come.“
In fin dei conti in operàri, con i miei colleghi, con i clienti, con i professionisti con cui mi rapporto quotidianamente, ho modo di utilizzare (e di vedere valorizzate) quelle competenze sviluppate proprio nell’essere mamma: ho imparato a gestire budget limitati, so gestire continui imprevisti, so come far funzionare ed incastrare perfettamente un team di 5 persone, tra loro molto diverse e con esigenze specifiche, portandole verso un obiettivo comune, ho imparato ad organizzare più eventi contemporaneamente, so essere un ottimo acquirente e scelgo al meglio i prodotti e i servizi giusti… chi è ancora così miope dal pensare che una mamma non possa essere una brava professionista?
Stefania Balliana